Come si fa la verifica di un impianto di illuminazione esterna?

impianti di illuminazione esternaGli impianti di illuminazione per spazi esterni devono essere sottoposti a verifiche iniziali e periodiche per questioni di sicurezza e di monitoraggio delle prestazioni.

Come tutti gli impianti, anche quelli di illuminazione esterna, richiedono delle verifiche iniziali e periodiche per accertarne sia la corretta realizzazione (verifiche iniziali) sia il mantenimento nel tempo dei livelli di sicurezza e prestazionali (verifiche periodiche).

Impianti di illuminazione esterna, la documentazione necessaria

Prima della verifica devono essere resi disponibili gli schemi, i diagrammi o le tabelle conformi che indichino:

  • il tipo e la composizione dei circuiti (punti di utilizzo serviti, numero e dimensione dei conduttori, tipo di canalizzazioni);
  • le caratteristiche necessarie per l’identificazione dei dispositivi che svolgono le funzioni di protezione, isolamento e commutazione e loro disposizione;
  • tipo e sezione dei conduttori;
  • lunghezza dei circuiti;
  • natura e tipo dei dispositivi di protezione;
  • corrente nominale o regolazione dei dispositivi di protezione;
  • correnti di cortocircuito presunte e potere di interruzione dei dispositivi di protezione.

Queste informazioni dovrebbero essere fornite per ciascun circuito dell’impianto; inoltre, i documenti dovrebbero indicare la posizione dei dispositivi nascosti.

La verifica di un impianto di terra

Nel caso di impianti di illuminazione esterna realizzati con componenti di classe I, l’impianto di terra a servizio di un impianto di illuminazione esterna “pubblico” (illuminazione stradale, illuminazione parchi, ecc.) è sottoposto al regime di verifica periodica stabilito dal DPR n. 462/2001 essendo lo stesso considerato, ai sensi del testo unico della sicurezza, un luogo dove si esplica attività di lavoro subordinato.

La questione diventa meno chiara quando i pali sono posizionati a terra, con un unico conduttore di protezione o singolarmente, pur in presenza di componenti di classe II. In generale, un impianto di classe II dove siano collegate a terra le masse (nella fattispecie i pali) è automaticamente declassato di classe I poiché nell’ipotesi di un guasto a terra su un sostegno, se l’impianto di terra non è efficiente, si possono verificare potenziali pericolosi anche su tutti gli altri sostegni.

Quindi, in tali situazioni, l’impianto di terra va sottoposto al regime di verifica periodica ai sensi di legge. Se tuttavia ogni palo è collegato a terra singolarmente non è necessaria la denuncia dell’impianto di protezione di terra essendo minore la probabilità di tensione di contatto pericolosa.

La verifica della misura di resistenza di isolamento

I valori minimi di resistenza di isolamento richiesti variano in funzione delle modalità della misura, cioè se condotta con apparecchi di illuminazione inseriti o disinseriti.

impianti di illuminazione esternaApparecchi di illuminazione esterna disinseriti

Ogni circuito di illuminazione, se alimentato a tensione fino a 1.000 Vca, all’atto della verifica iniziale, deve presentare una resistenza di isolamento verso terra non inferiore a quanto indicato nella Norma CEI 64-8.

Apparecchi di illuminazione esterna inseriti

Ogni circuito di illuminazione, all’atto della verifica iniziale, deve presentare una resistenza di isolamento verso terra non inferiore a:

  • per gli impianti di categoria 0 (fino 50 Vca e 120 Vcc): 0,25 MΩ;
  • per gli impianti di categoria I (fino a 1.000 Vca e 1.500 Vcc):

[2U/(L+N)] MΩ.

Dove:

  • U = è la tensione nominale verso terra in kV dell’impianto (si assume il valore 1 per tensione nominale inferiore a 1 kV);
  • L = è la lunghezza complessiva delle linee di alimentazione in chilometri (si assume il valore 1 per lunghezze inferiori a 1 km);
  • N = è il numero degli apparecchi di illuminazione presenti nel sistema elettrico.

Questa misura deve essere effettuata tra il complesso dei conduttori metallicamente connessi e la terra, con l’impianto predisposto per il funzionamento ordinario (e quindi con tutti gli apparecchi di illuminazione inseriti).

Tale formula rappresenta in effetti quasi esclusivamente la resistenza di isolamento dei corpi illuminanti, nella ipotesi che essi presentino una resistenza di isolamento di 2 MΩ, valore minimo prescritto per apparecchiature di classe I.

In effetti, il valore di isolamento delle apparecchiature potrebbe anche essere molto più elevato e pertanto la relazione perderebbe di significato, in quanto per elevato numero di corpi illuminati (N) si determinerebbero valori bassissimi di resistenza.

CADUTA DI TENSIONE NEL CIRCUITO DI ALIMENTAZIONE DEGLI IMPIANTI IN DERIVAZIONE – La caduta di tensione nel circuito di alimentazione, non tenendo conto del transitorio di accensione delle lampade, in condizioni regolari di esercizio, non deve superare il 4%, salvo specifiche indicazioni da parte del committente dell’impianto di illuminazione, che può prescrivere valori maggiori o minori, in funzione del comportamento degli apparecchi di illuminazione. Può essere valutata misurando l’impedenza del circuito oppure calcolata.

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