Il soggetto che contesta una bolletta dell’energia elettrica deve in generale produrre prove a sostegno dell’eccessiva somma.
Tuttavia, secondo una recente pronuncia della Corte di Cassazione, tale onere viene ridimensionato, nel caso in cui il costo addebitato risulti eccessivo, e di conseguenza, il titolare sarà tenuto sicuramente a dimostrare i consumi, ma potrà utilizzando il consumo rilevato nelle precedenti bollette.
In caso di consumo eccessivo, l’onere di provare il funzionamento del contatore è al contrario in capo al fornitore. Il cliente dovrà comunque provare che i consumi eccessivi rilevati non sono imputabili a lui bensì ad un soggetto terzo, qualora risulti che il consumo eccessivo non era del proprio immobile.
I consumi indicati nel contatore hanno dunque, secondo la Corte, il valore di una presunzione semplice. Di conseguenza, se l’utente contesta il consumo, sarà il fornitore a dover dimostrare che la rilevazione è invece avvenuta correttamente e che il contatore non reca difetti.
(Corte di Cassazione sentenza n. 25542/2024)