Impianti elettrici e illuminotecnici per SPA funzionali ed efficienti

impianti elettrici SPA

Le SPA sono luoghi dedicati al benessere dove la gestione della luce è fondamentale e deve essere funzionale, flessibile e soprattutto efficiente. Inoltre, la presenza costante di acqua e vapore rende la progettazione dell’impianto elettrico un compito complesso ma stimolante.

Le caratteristiche impian­tistiche di una installa­zione dipendono princi­palmente dall’attività a cui essa è destinata. Questo determina le condizioni operative e ambientali che fis­sano, da un lato, le prestazioni dell’impianto e, dall’altro, i peri­ coli ai quali associare livelli di ri­schio accettabili per le persone che vi lavorano o ne usufruisco­no.

All’interno delle SPA, strut­ture dedicate al benessere che, per le caratteristiche dei tratta­menti effettuati, offrono al clien­te esperienze di benessere multi­sensoriale, la gestione della luce riveste particolare importanza: deve essere funzionale, flessibile ed efficiente.

La presenza diffusa di acqua richiede accorgimenti di sicurez­za specifici per le diverse aree utilizzate, insieme alle esigenze di manutenzione ed efficienza energetica, rendendo così la pro­gettazione dell’impianto elettri­co una sfida.

L’acqua… fonte di pericolo

All’interno di una SPA l’acqua è l’elemento principale alla base di ogni terapia, come…

  • Idroterapia: uso dell’acqua (calda e fredda) per alleviare il dolore e il malessere generale.
  • Idromassaggio: massaggio ef­fettuato dall’acqua attraverso l’azione di getti emessi a diver­se pressioni.
  • Bagno turco: si raggiungono temperature attorno ai 50 °C con il 100% di umidità relativa.
  • Doccia emozionale: azione dell’acqua in diversi getti com­binata con cromoterapia e aro­materapia.
  • Percorso Kneipp: percorso in cui si alternano bagni in acqua calda a bagni in acqua fredda all’interno di vasche con fonda­le di ciottoli.
  • Sauna finlandese (nota anche come sauna secca): si raggiun­gono temperature comprese tra 80 e 100 °C con un’umidità relativa pari al 10-20%.

Appare evidente che il pericolo sia legato alla diffusa e massic­cia presenza di acqua, utilizzata in svariate modalità e quantità, come:

  • piscina e/o vasca per l’idrotera­pia e l’idromassaggio;
  • cabina per il bagno turco, la doccia emozionale e la sauna finlandese;
  • vasca pediluvio per il percorso Kneipp.

Il ruolo di luci e aromi

Spesso, i trattamenti nelle SPA includono luci multicolore che contribuiscono al benessere vi­sivo della persona. L’effetto della luce e dei colori sul nostro stato è riconosciuto da tempi antichi, e quindi è sempre più comune tro­vare locali dedicati alla “cromo­terapia” o “terapia dei colori”.

Questo metodo consiste nell’e­sporre il cliente a diverse lun­ghezze d’onda luminose al fine di influenzarne positivamente l’u­more, l’equilibrio e la tranquillità. Possono essere dislocati genera­tori di aromi in grado di stimolare l’olfatto e, per includere l’udito e raggiungere la piena dimensione multisensoriale del benessere, anche diffusori sonori nei tratta­menti benessere.

Due macro categorie di carichi elettrici

I carichi elettrici presenti in una struttura di benessere possono es­sere suddivisi, come è noto, in due macro-categorie: i carichi e­lettrici di forza motrice e quelli di illuminazione. Ci sono poi carichi che non rien­trano in questi due gruppi ma si definiscono ausiliari e speciali.

Dei carichi elettrici di forza mo­trice fanno parte:

  • macchine dedicate alla clima­tizzazione (per la produzione dei fluidi termovettori e il trat­tamento aria, per la ventilazio­ne controllata);
  • sistemi dedicati al trattamento dell’acqua;
  • gruppi di pressurizzazione dell’acqua nelle diverse reti i­driche della struttura;
  • pompe di circolazione e ricirco­lo dell’acqua nelle diverse va­sche;
  • compressori per la distribuzio­ne dell’aria necessaria ai diversi getti nelle vasche.

Mentre i carichi elettrici di illumi­nazione sono:

  • di tipo generale negli spazi co­muni e tecnici della struttura;
  • dedicati alle zone esterne;
  • nelle diverse zone dei tratta­menti di benessere;

I carichi elettrici definiti ausiliari e speciali sono infine sistemi ad hoc per la trasmissione voce e di dati, per la tutela di security (an­tintrusione, TVCC) e safety (al­larmi tecnici, rivelazione incen­di), per la gestione degli accessi e per la diffusione sonora.

Energia elettrica distribuita correttamente

L’impianto di distribuzione dell’e­nergia elettrica in una SPA de­ve garantire un’alimentazione corretta a tutte le apparecchia­ture, considerando la tensione nominale di fornitura e la forma d’onda. Il numero di utenze – che dipende anche dalle dimensioni dell’azienda – e la potenza richie­sta hanno un ruolo fondamenta­le nella definizione delle presta­zioni dell’impianto elettrico.

Queste prestazioni possono es­sere valutate in base alla poten­za richiesta e alla corrente di cor­tocircuito nel punto di consegna.

Progettazione orientata alla manutenzione

Ulteriori aspetti che concorrono a definire le prestazioni dell’im­pianto elettrico sono:

  • la manutenibilità, ovvero ca­pacità di prevenire eventuali fermi impianto e di gestire con efficienza tutti gli interventi tecnici quando necessari;
  • l’efficienza energetica, ovvero capacità di utilizzare al meglio l’energia elettrica assorbita dal­la rete e/o quella autoprodotta.

Per poter ottimizzare gli ultimi a­spetti è necessario – come primo passo – tenerli in considerazione già nella fase di disegno, adot­tando tutti quegli accorgimenti previsti dalle norme e dal buon senso, implementando, cioè, progettazioni orientate alla ma­nutenzione (“design for mainte­nance”) e progettazioni orienta­te all’efficienza energetica (“de­sign for energy efficiency”).

Sistemi per l’automazione

Ma questo non basta: per riusci­re a controllare correttamente ed efficientemente tutti i carichi elettrici – dal punto di vista fun­zionale, manutentivo ed energe­tico – è fondamentale ricorrere ai sistemi di automazione di e­dificio, integrati tra loro, in mo­do tale da poter essere gestiti da un’unica piattaforma software accessibile sia in locale – da ter­minali tattili periferici dislocati in ambiente e da un terminale cen­trale posto in reception – sia da remoto.

La gestione deve essere estesa a tutti gli aspetti collegati all’e­sercizio dell’attività – funzionali, di manutenzione, di efficienza e­nergetica – e articolarsi su più li­velli:

  • di controllo: per l’azione fun­zionale sui diversi impianti in base alle attività svolte nei di­versi ambienti della struttura (temperature, luci, scenografie luminose ed olfattive, audio, …);
  • di monitoraggio: per tenere sotto controllo un insieme di valori e parametri, stati mac­china, stati interruttori e gran­dezze rilevanti per il normale funzionamento di tutto il siste­ma SPA;
  • di supervisione: per supporta­re il personale addetto eviden­ziando in tempo reale even­ti in atto e portandoli alla loro attenzione in modo semplice e intuitivo, grazie all’ausilio di mappe grafiche interattive che permettono (re)azioni – anche automatiche – immediate sul si­stema SPA.
impianti elettrici SPA
I carichi elettrici presenti in una struttura di benessere possono essere suddivisi in due macro-categorie: carichi elettrici di forza motrice e di illuminazione. Possono esistere anche carichi elettrici differenti da questi due, definiti ausiliari e speciali

Gestione di controllo

Ad esempio, la gestione a li­vello di controllo può essere il setting delle luci – di tipo Led, ovviamente – all’interno dei di­versi ambienti della struttura, in termini di intensità e colore, a se­conda del trattamento di benes­sere ivi previsto: l’azione potreb­be essere effettuata ogni volta oppure richiamando uno scena­rio preimpostato tramite un pan­nello di controllo.

Lo scenario potrebbe prevedere l’azionamento automatico di un particolare diffusore di aroma e la riproduzione di musica/suoni collegati al trattamento.

Le luci possono essere control­late tramite sistemi a BUS basati su protocolli a standard DMX (o DMX512, in ambito professiona­le o di scena), DALI (standard in­ternazionale per l’illuminazione) o KNX (standard internazionale per la home automation).

Gestione di monitoraggio e supervisione

A livello di monitoraggio e super­visione, invece, può essere molto utile attenzionare lo stato degli interruttori di distribuzione più critici (aperto-chiuso) e dei rela­tivi relais (scattato-non scattato) e il livello dell’isolamento dei re­lativi cavi, i parametri di funzio­namento di eventuali gruppi sta­tici di continuità, gli assorbimen­ti dei carichi più energivori e, nel caso di superamento delle relati­ve soglie impostate, evidenziarlo sia in locale che a remoto all’im­presa di manutenzione per favo­rire un intervento precoce e non su guasto.

Un’altra importante attività a li­vello di monitoraggio è quella dei consumi energetici, della (auto) produzione di elettricità e di ca­lore se presenti, dell’acqua e dei relativi prodotti per il trattamen­to.

NORMA CEI 64-8 PARTE 7
I sistemi di gestione automatica riescono a potenziare l’aspetto della sicurezza elettrica, a tal proposito è importante ricordare che la Norma CEI 64-8, nella Parte 7 dedicata agli ambienti e alle applicazioni particolari, viene più volte interessata dalle attività svolte in una SPA:

  • Sezione 701 – Locali contenenti bagni o docce;
  • Sezione 702 – Piscine e fontane;
  • Sezione 703 – Locali e cabine contenenti riscaldatori per saune;
  • Sezione 710 – Locali medici: quest’ultima applicabile solo nel caso in cui all’interno della SPA si dovessero realizzare trattamenti estetici utilizzando uno degli apparecchi riportati nell’Allegato della Legge n. 1 del 04.01.1990.

Restando alla Sezione 701 (per la 702 viene seguita la stessa ratio normativa) la norma individua, nel volume in cui è presente la vasca da bagno/doccia, quattro zone dello spazio – di dimensioni fissate e denominate Zona 0, 1, 2 e 3 – caratterizzate da un livello di pericolo decrescente con la probabilità di contatto con l’acqua.

Sulla base di ciò, vengono fissate delle prescrizioni installative che servono per abbassare sotto la soglia tollerabile (fissata dalla norma stessa) il rischio relativo a un contatto diretto o indiretto. Tali prescrizioni sono più stringenti nelle Zone a più alto rischio e più permissive in quelle a rischio più basso.

Alla base di tali prescrizioni si ritrovano alcuni elementi comuni a tutte le sezioni quali:

  • il ricorso a una generosa equipotenzializzazione supplementare locale delle masse estranee accessibili nelle Zone 0, 1, 2 e 3 con le masse situate in tali Zone;
  • il ricorso – preferenziale – all’alimentazione a bassissima tensione di sicurezza (SELV) non superiore, cioè, a 12 V in c.a. o a 30 V in c.c. e con la sorgente di sicurezza installata al di fuori delle Zone pericolose;
  • protezione addizionale mediante uno o più interruttori differenziali con una corrente differenziale nominale non superiore a 30 mA per tutti i circuiti alimentati mediante SELV.

Particolare attenzione viene posta dalla norma agli apparecchi utilizzatori installabili nelle diverse Zone che devono essere adatti all’uso, conformi alle relative norme di prodotto e che sono elencati in maniera esaustiva così come le relative modalità di fissaggio e alimentazione.

Appare evidente, quindi, che la progettazione di tali strutture debba necessariamente coinvolgere – contemporaneamente – tutti i professionisti dei diversi sistemi impiantistici e quelli che si occuperanno dell’allestimento, del disegno illuminotecnico, dell’architettura degli spazi.

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