La crescente esigenza di protezione degli impianti, divenuti sempre più sofisticati, richiede la progettazione di prodotti sempre più performanti e Italclem è in grado di soddisfare questa richiesta.
Italclem Srl offre una gamma specializzata e completa di interruttori modulari di bassa tensione, che include interruttori magnetotermici, differenziali puri e differenziali magnetotermici, con amperaggi fino a 125 A.
Nata nel 1977 in Italia e a tutt’oggi con una struttura proprietaria a conduzione familiare, Italclem è completamente indipendente da grandi gruppi e multinazionali. «Il focus principale della nostra attività è lo sviluppo di versioni sempre più sofisticate, ma anche personalizzate per i nostri clienti, di interruttori differenziali con protezione magnetotermica. Dedichiamo molta attenzione anche alla compattezza del prodotto, per offrire soluzioni che occupino il minor spazio possibile» spiega Barbara Rossi, responsabile marketing dell’azienda italiana.
Cosa serve per fare la differenza nel settore degli interruttori differenziali?
«La produzione degli interruttori a marchio CLEM avviene interamente in Italia da sempre, e questo significa una scelta di qualità, di possibilità di controllo che altrove non sarebbe possibile, soprattutto per una realtà produttiva di dimensioni contenute. Nel nostro stabilimento di Storo, in provincia di Trento, avvengono tutte le fasi di assemblaggio di ciascun interruttore, sia magnetotermico sia differenziale, e tutte le operazioni di taratura e controllo. Da sempre poniamo una forte enfasi sulla funzione di sicurezza che un interruttore differenziale deve garantire. Un differenziale può essere composto da anche più di cento componenti, in base al numero dei poli, ed è essenziale essere assolutamente certi della conformità di ciascuno di essi. I nostri sistemi di controllo in produzione sono moderni e aggiornati alle più recenti metodologie applicate a livello internazionale».
In termini di filosofia produttiva, quali sono stati gli step evolutivi più significativi?
«Nel 1997 avevamo presentato il differenziale magnetotermico quadripolare in quattro moduli DIN, che risolveva il problema di ingombri derivanti dall’accoppiamento blocco differenziale + magnetotermico; sempre in questa direzione abbiamo sviluppato il differenziale magnetotermico tipo B in versione compatta, che garantisce un risparmio di spazio rispetto alla soluzione più comunemente presente sul mercato, e comunque presente anche nel nostro catalogo, che prevede l’utilizzo di un differenziale puro tipo B da abbinare ad un magnetotermico».
Cosa significa essere un’azienda italiana, nel mercato di oggi?
«Nel mercato europeo e nazionale degli apparecchi modulari di protezione in bassa tensione opera un numero veramente esiguo di attori. Si tratta di grandi gruppi industriali che hanno una presenza sovranazionale/internazionale. Una simile concentrazione ha pochi eguali negli altri settori. Farsi riconoscere come produttori italiani è una sfida ardua, in quanto il mondo degli interruttori modulari di uso più comune è invaso da prodotti cinesi e da ditte che li importano, e purtroppo c’è il rischio di essere confusi con questi. Tale rappresentazione rende evidente cosa significhi operare per le realtà produttive “indipendenti” come la nostra, ormai unica in Italia, operare in questo mercato. Un rischio al quale non si può rispondere che attraverso un surplus di creatività, come molte esperienze di successo dimostrano».
Parliamo di strategie?
«Nell’ultimo decennio, abbiamo scelto di investire massicciamente in Ricerca & Sviluppo, concentrandosi soprattutto su prodotti innovativi prevalentemente richiesti in Europa Centro-Settentrionale, rifuggendo quindi la competizione basata unicamente sul prezzo più basso, tipicamente applicata ai prodotti tecnicamente più comuni. Questa strategia ha però fatto sì che il nostro nome in Italia sia ancora oggi poco conosciuto: da qualche tempo però, a seguito del recepimento di Normative Europee, anche nel nostro Paese inizia a crescere la domanda per interruttori differenziali che garantiscano un maggior livello di protezione, ad esempio il tipo A, già da tempo obbligatorio in Germania e nel Nord Europa e inoltre il più performante tra tutti, il differenziale tipo B, sia puro sia con protezione magnetotermica. Il fatto che anche nel nostro mercato nazionale si stia ampliando tale richiesta, permette a Italclem di provare a giocare un ruolo più attivo di quanto fatto fino a ora».
Come presidiate i mercati esteri?
«Da sempre la nostra versatilità a sviluppare soluzioni adatte ai diversi contesti normativi, oltre a una precisa scelta di marketing e propensione a proiettarci verso la globalizzazione, ci ha portato ad essere presenti su più mercati, sia a livello europeo che in altre aree del mondo. Tale presenza si realizza sotto forma di collaborazioni prevalentemente commerciali con realtà locali, ma in alcuni casi anche attraverso collaborazioni con partners industriali».
Il campo di applicazione degli interruttori differenziali di tipo B è quindi molto vasto; i casi più significativi sono:
• apparecchi elettromedicali (per esempio TAC e RMN);
• azionamenti per motori a frequenza variabile con alimentazione trifase (ascensori);
• sistemi statici di trasferimento (STS) e sistemi statici di continuità (UPS);
• colonnine di ricarica per auto elettriche; • impianti fotovoltaici;
• azionamenti in corrente continua;
• convertitori di frequenza.
Tutte le informazioni relative alle caratteristiche tecniche dei differenziali tipo B sono disponibili sul sito web www.italclem.com.