«Sto valutando se acquistare una termocamera, ma prima di farlo vorrei sapere, magari anche con qualche esempio, come potrei utilizzarla di preciso?» chiede un lettore di Elettro+Watt.
Un’analisi termografica permette di mettere in evidenza comportamenti termici anomali, dando il via a un processo di indagine delle cause, da condurre tipicamente in collaborazione tra tecnici analisti ed esperti del processo.
Alcuni componenti per i quali si può utilizzare la termografia per monitorare lo stato di salute sono:
- trasformatori;
- quadri elettrici;
- sistemi di filtraggio e rifasamento;
- cavi di distribuzione e connessioni;
- protezioni, sezionatori, fusibili, interruttori
- morsetti;
- inverter e convertitori;
- batterie;
- motori, azionamenti e sistemi di illuminazione.
Un difetto, apparentemente banale, che può invece a portare a conseguenze disastrose e che può essere facilmente messo in evidenza con una semplice analisi termografica è costituito dall’allentamento di un serraggio in un morsetto.
Un cattivo contatto corrisponde ad un aumento localizzato della resistenza e quindi ad un aumento al fluire della corrente delle perdite e della temperatura calore al fluire della corrente con effetti che possono facilmente essere immaginati.
Ovunque vi sia un punto caldo vi è uno spreco di energia e una riduzione del rendimento complessivo del sistema.
Nell’ambito elettrico, inoltre, alta temperatura e resistenza sono due concetti che spesso si accompagnano in quanto l’una è possibile causa dell’altra e viceversa. Punti caldi sono da associarsi a resistenze parassite che causano cadute di tensione indesiderate uscendo potenzialmente dai limiti tollerati dal carico con conseguente arresto del sistema.